A Coazze Garibaldi, bistrattato anche da Google maps, resiste

Giuseppe Garibaldi, “Eroe dei due Mondi”, osannato in Sud America come “libertador” e considerato uno dei grandi artefici del Risorgimento e dell’Unità d’Italia, a Coazze non ha avuto troppa considerazione. Tra la lunghissima via Vittorio Emanuele II (oggi Via Matteotti) e la centrale piazza Umberto I (oggi Piazza Gramsci) gli hanno ritagliato una stradina corta corta, che a un certo punto devia in un cortile interno diventando un vicolo cieco. Come se non bastasse Google Maps gliene ha pure tolto un pezzo, attribuendolo a Piazza Gramsci. Ma mentre i due re hanno lasciato il posto ai martiri dell’antifascismo, Garibaldi il suo piccolo angolino se l’è tenuto e presidia un angolo cruciale del sistema viario coazzese. Un incrocio di grande passaggio, che ha sempre avuto vivacità commerciale, su cui affacciano anche il Tempio Valdese e il Municipio col suo splendido parco. (Grazie a Rita e Ada, che mi hanno aiutato a ricomporre la storia di questo angolo di Coazze)

Via Garibaldi in una immagine d’epoca, difficilmente databile, ma probabilmente anteriore alla Seconda guerra mondiale. Pini maestosi si alternano alle case.

Questa cartolina non ha data, ma dovrebbe risalire al periodo interbellico. La casa al centro, via Garibaldi n.2, ospitava il negozio di salumiere e pizzicagnolo, come si diceva allora, di Drèia d’Tàviu e di Mariéta, che abitavano sopra il negozio. Nel maggio del 1960 Beppe Rosso vi aprì la sua salumeria e l’allora pionieristica gastronomia, che vi rimase fino al 1970. Sulla sinistra si vedono due negozi, la pasticceria di Vigìń e quello di generi alimentari della Ròsa d’Antràp (la mamma del commendator Ferruccio Tessa). I pini appartenevano al parco di Villa Pesce e in fondo si intravedono gli allora modesti edifici della piazza. Non c’era traffico e non c’erano sensi unici.

A Coazze fu memorabile il Carnevale del 1950. Bruno Pallard in veste di Gianduja declamò un saluto in piemontese e poi elencò con tocchi di bonaria ironia i commercianti di Coazze. Qui lo stralcio riferito alla zona di Via Garibaldi. 
Via Garibaldi, fotografata da Claudio Servalli nel marzo del 2021. Gli edifici sono rimessi a nuovo, ma con pochi cambiamenti strutturali, profondamente modificati quelli che si intravedono in fondo, nella piazza Gramsci.

Nella fotografia di Claudio Servalli ( marzo 2021), si vede al centro l’edificio rimesso a nuovo. Dopo il trasferimento della salumeria vi aveva aperto un negozio di vernici e ferramenta la Caterina, che aveva rilevato la licenza da Pitùr, che aveva il negozio nella Rüà, vicino all’edicola che si trovava presso il bivio di Sëń Bué. Circa 34 anni fa sono subentrati Patrizia Girotti e il marito Gianfranco, affiancati da poche settimane dal figlio Silvio. In un altro articolo avevo scritto che si stava perdendo la tendenza “dinastica” dei negozi coazzesi di una volta. Sono contento di essere stato prontamente smentito. Sulla sinistra vi sono attività di ristorazione e di asporto che stanno facendo i conti col Covid19. Mentre è profondamente mutato lo sfondo. Dove c’era Villa Pesce hanno costruito le loro case e trasferito nel 1970 i loro negozi Beppe il salumiere e le “bignulére” Elda e Giuliana, le figlie di Vigìń. Alla pasticceria, fin dai tempi di Severino, Fausto ed Ezio si è affiancato il bar, che ora è diventata l’attività prevalente. Più alte e praticamente rifatte infine le case che si intravedono in Piazza Gramsci.

Contrariamente a quel che dice Google Maps via Garibaldi non termina alle strisce pedonali, ma gira a sinistra nella trasversale interna, erroneamente attribuita a Piazza Gramsci.
Il passaggio generazionale nello storico colorificio di Via Garibaldi n.2,su La Valsusa del 15 aprile scorso.

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