Una rosa per cominciare
Con una rosa data alla maestra Silvana sulle note di “tanti auguri a te” della Banda Comunale, con gli applausi di sottofondo degli scolari di oggi, è iniziata sabato 9 novembre 2024 la festa di compleanno della scuola elementare, oggi si dice primaria, di Coazze. Sono passati 65 anni da quando la maestra Silvana Ostorero, il giorno del suo compleanno, entrava con tanti suoi compagni nella nuova scuola del capoluogo coazzese. Allora c’erano tante scuole di borgata, ma il capoluogo si stava ingrandendo e le vecchie aule dell’ex oratorio, oltre che datate, erano insufficienti. L’edificio nato per altri scopi era stato riconvertito in scuola e dal 1927 ospitava tutte le classi, prima dislocate anche nel Municipio (ora Museo e Ufficio turistico) e a Casa Vacchieri. Dopo aver frequentato prima e seconda con le maestre Ottino e Boano nell’ex oratorio, anche io quel giorno ero tra i primi alunni della nuova scuola, dove avrei concluso il ciclo elementare con la maestra Ines. L’amministrazione del sindaco Leo Giorcelli, giunto al terzo mandato, stava ridisegnando il paese, aprendo Viale Italia e le traverse di collegamento a Via Matteotti, “la Rüà”, fino ad allora cardine della viabilità del capoluogo.


La scuola, attivata il 9 novembre 1959, distribuiva le aule attorno a un grande atrio, uno spazio coperto per manifestazioni che mancava a Coazze. E come si usava allora c’era anche un alloggio per il custode. Tra le iniziative di allora ricordo il “Natale dei Bimbi”. L’amministrazione, credo col supporto di donazioni e in particolare di Armando Campioni, proprietario dell’Indesit, regalava ad ogni alunno un giocattolino. Oggi può parere poca cosa, ma allora per diversi bambini era l’unico regalo natalizio.

Vent’anni dopo, nel 1979 alla scuola si dava finalmente un nome: Luigi Pirandello. Già nelle pubblicazioni di Don Pio Rolla e Don Zanella si accennava al soggiorno del grande scrittore siciliano e all’ambientazione di alcune sue opere a Coazze, da lui chiamata Cargiore, ma facilmente riconoscibile. Don Luciano Allais aveva visto in questa presenza nelle opere di uno scrittore di livello internazionale una opportunità di promozione turistica e culturale e, tutti d’accordo, la scuola venne intitolata al Premio Nobel siciliano. Il suo nome campeggiava in grosse lettere blu sulla facciata, dopo qualche anno un po’ sbilenche. Nel 1986 a Coazze si fecero grandi iniziative per il cinquantenario della morte di Pirandello e il Comitato commissionò a Dante “du Freinài” una nuova insegna pirografata su legno. L’insegna, adeguata alla nuova classificazione scolastica (non più scuola elementare, ma primaria), compare, spostata, sulla nuova facciata della scuola, dopo gli ampliamenti e gli adeguamenti antisismici degli scorsi anni.


Pirandello a Coazze e Coazze (Cargiore) in Pirandello
Nell’agosto del 1901 Luigi Pirandello arriva a Coazze con la moglie Antonietta e i figli Stefano, Lietta e Fausto per un soggiorno di alcune settimane accanto alla sorella Lina ed alla sua famiglia. Il viaggio da Roma era stato lungo e impegnativo: un giorno intero dalla capitale a Torino, poi il trenino a vapore da Porta Nuova a Giaveno e infine, forse, il calesse per salire attraverso la via della Buffa, unico accesso carreggiabile di allora, a Coazze.
Avventuroso il viaggio, ma quando Pirandello si trova di fronte il campanile “con una leggenda assai strana per una chiesa“, forse fa un salto sul sedile e capisce che ai piedi di quell’Ognuno a suo modo, sintesi fulminea del relativismo della sua concezione esistenziale, si apre una nuova avventura conoscitiva.
Quello che diventerà il Taccuino di Coazze, un modesto quadernetto di poche pagine (comprato di slancio?), comincia con lo schizzo del campanile (tratteggiato dall’ultimo piano di Casa Rosa Brusin?) e si riempie rapidamente di annotazioni. Pirandello si stupisce per il verde, la fertilità e l’abbondanza d’acque di un paese che sulla fine di agosto è “tutto verde come di maggio” e non riarso come la natia Girgenti. Viaggia in compagnia di Luigi Prever e fissa sinteticamente e meticolosamente nomi geografici e scorci ambientali. Schizza i “tipi” che più lo colpiscono fra i notabili locali e i villeggianti, forse vicini d’alloggio, che frequenta. Bozzetti che ritroveremo in altre opere, rielaborati come era nel metodo di Pirandello, ed è questo a dare importanza al Taccuino e rilevanza letteraria al soggiorno coazzese, dal 23 agosto all’11 ottobre 1901.
Le novelle Gioventù e La messa di quest’anno sono ambientate a Cargiore, come una parte del romanzo Suo marito poi rivisto e rinominato Giustino Roncella nato Boggiòlo. Cargiore è anche il titolo di una poesia. Cargiore, toponimo rimodellato sulla borgata “Ciargiùr”, è dunque il termine con cui Pirandello si riferisce a Coazze. Nella novella Di guardia invece Coazze diventa probabilmente “Gori”, lo si intuisce dal fatto che vi si sale da “via della Buffa”, annotata nel Taccuino come “tutta sonora d’acque correnti”. In Marsina stretta uno dei personaggi dice “Abbiamo le nostre cartiere lassù, a Valsangone”. Di rilievo, infine, l’evidente influsso del motto di Coazze “Ognuno a suo modo” sul titolo del dramma Ciascuno a suo modo.


Una festa della scuola


Tornando alla festa di compleanno del 9 novembre, il dato da sottolineare è che è stata una festa proprio “della scuola”, degli alunni che la frequentano e del personale che vi lavora o vi ha lavorato.
La maestra Luisella Picco, responsabile di plesso organizzatrice e conduttrice, ha proposto un programma snello e simpatico, allegro e commovente, mai noioso.


La musica e l’allegria dei ragazzi hanno stemperato i pochi interventi istituzionali. Gli alunni di quinta hanno saputo riportare al fatidico 1959 in modo originale, tutti hanno poi cantato un inno, ricco di brio e poesia, assemblato con le loro frasi e i loro pensieri.
LA SCUOLA CHE VORREI, l’inno della scuola Luigi Pirandello di Coazze è stato scritto dai bimbi ( ha tante strofe perché non è stato escluso nessun pensiero) La partitura per tutti gli strumenti (bandistici e non) è stata scritta dal compositore Ivan Galli, un ragazzo diplomato al Conservatorio. La voce è quella di Sveva Martin, una professoressa di musica che l’anno scorso insegnava alla scuola media Nicoletta. È stato presentato il 25 maggio 2024 in occasione della prima giornata internazionale dei bimbi proclamata dal Papa. È stato un lavoro di circa 2 anni.
“Nel mezzo del cammin del mio paese, una scuola speciale per mano mi prese …”

Qui potete ascoltare l’inno nella interpretazione della soprano Sveva Martin:
Alle ex maestre presenti è stato donato un fiore, a quelle ormai nella storia un commosso ricordo. A tutti i presenti un’occasione di conoscere e apprezzare l’eccellenza della scuola di Coazze. Pirandello non può che essere orgoglioso che porti il suo nome.

