23 ottobre 1863: al Valentino, Quintino Sella fonda il CAI, o meglio il CAT, Club Alpino Torino.

Non è un luogo comune che Torino sia stata all’avanguardia in Italia non solo nel Risorgimento, ma nell’economia, nella modernità, nelle invenzioni. La moda, l’auto, il cinema, la televisione sono nate a Torino. E anche il CAI, il Club Alpino Italiano. Per la verità è un biellese, Quintino Sella, che in una lunga lettera a Bartolomeo Gastaldi, in cui fa il resoconto della sua escursione sul Monviso, lancia l’idea di fondare anche in Italia un Club di alpinisti, come quello nato a Londra nel 1857. Ma è a Torino, nel Castello del Valentino, sede della Scuola di Applicazione per gli Ingegneri, che il 23 ottobre 1863 nasce il CAI. O meglio il CAT, Club Alpino di Torino, che diventerà “Italiano” nel 1867, a testimonianza di un rapido sviluppo. L’Università subalpina e l’Accademia delle Scienze sono le istituzioni di ricerca cui fanno riferimento i fondatori, che hanno intenti di studio più che di turismo. L’articolo 2 dello Statuto originale infatti sottolinea che lo scopo del nuovo sodalizio è di «far conoscere le montagne, in ispecie italiane, e di agevolarvi le escursioni, le salite e le esplorazioni scientifiche». Accanto a Quintino Sella, si ritrovano a condividere gli scopi associativi altre figure eminenti del sapere scientifico torinese: il geologo Bartolomeo Gastaldi, segretario della Scuola di Applicazione per Ingegneri, ed il botanico Paolo Ballada di Saint Robert, tutti membri dell’Accademia delle Scienze subalpina. Le motivazioni di ricerca erano fatte salve e la centralità assegnata alle scienze geografiche, geologiche e geomorfologiche accompagnerà costantemente la storia del Sodalizio fino alla costituzione di un comitato scientifico, nel secolo successivo, ad opera di un altro scienziato della terra, Ardito Desio.

Quintino Sella 1827 – 1884

Quintino Sella è stato un personaggio dai molti interessi e attività: ingegnere, geologo, alpinista, economista e uomo politico. Rivela una passione precoce per l’alpinismo e a 12 anni sale in solitaria in vetta al Mucrone. Passione che accompagna tutta la sua vita: sposa Clotilde, figlia della guida alpina valdostana Guido Rey, con la quale compie il viaggio di nozze imperniato su escursioni in quota e un’ascesa in vetta. Nell’estate del 1863 è tra i primi italiani a salire in vetta al Monviso e pochi mesi dopo fonda il Club Alpino di Torino. Dal 1862 è a più riprese nominato Ministro delle Finanze col difficile compito di risanare il bilancio nazionale. Dimissionario nel 1873, presiede dal 1874 l’Accademia dei Lincei e negli anni seguenti effettua diverse ascese in montagna e spesso si fa accompagnare dai familiari, figli e nipoti, a cui cerca di trasmettere la passione e soprattutto le tecniche per esplorare e conoscere le montagne. Nel 1877 conquista il Cervino e proprio gli studi e gli appunti presi per l’occasione saranno la traccia su cui il nipote Vittorio Sella effettuerà la stessa impresa qualche anno dopo, in inverno e carico dell’attrezzatura fotografica. Muore a Biella nel 1884. La sua idea di creare un istituto di credito viene realizzata dai figli e nipoti nel 1886, la banca la dirige suo nipote Gaudenzio Sella.

Le vette erano tradizionalmente ritenute spazi del sacro inteso nella sua ambivalenza, divina o demoniaca, da non violare con la presenza umana profanatrice. Oltre alla paura del mistero che le cime custodivano, i valligiani erano privi di interesse materiale per i terreni improduttivi posti sopra il limite dei pascoli sommitali non potendo utilizzarli per finalità economiche agro-pastorali, le uniche importanti in un’economia di autoconsumo e di sussistenza. La matrice scientifica dell’alpinismo, alimentata dalle innovative idee del pensiero positivista, individua un nuovo modo di rapportarsi alle montagne, con uno stato d’animo totalmente liberato da atavici tabù magici e religiosi. L’alpinismo nasce con una connotazione scientifico-esplorativa, simile a quella che spinge all’esplorazione dell’Africa. Questo approccio alla montagna, di matrice cittadina ed intellettuale, matura nel clima culturale ginevrino, allora fortemente influenzato dall’autorevolezza scientifica di Horace-Bénédict De Saussure, eminente filosofo della natura. Sul piano pratico è stata la salita al Monte Bianco, compiuta nell’estate del 1786 grazie alla determinazione del medico Michel-Gabriel Paccard e sotto la guida del montanaro di Chamonix Jacques Balmat, ad imprimere una svolta nell’«invenzione», tutta moderna, della conquista delle cime. Il clima di euforia per la salita in vetta aveva eccitato gli animi, in particolare degli Inglesi, che riservavano al Monte Bianco ed alle vicine Alpi svizzere un’attenzione del tutto particolare. Attenzione che infastidisce Quintino Sella, come si legge nella famosa lettera al Gastaldi: “A Casteldefino ebbimo le più vive congratulazioni; del resto la voce del nostro tentativo era andata in giro. La tua tenda e quella di S. Robert avevano fatto credere che fossimo Inglesi, come se essi soli avessero da salire le nostre montagne”.  Indubbiamente, agli interessi scientifici originari si affiancarono interessi turistici e ricreativi nei confronti della montagna. Ma tra le motivazioni profonde dell’«andar-per-monti» continuano ad esserci quelle legate allo studio delle Scienze della Terra, con particolare riferimento alla geologia ed alla geomorfologia.

Estratto della lettera all’amico Gastaldi, in cui Quintino Sella avanza l’idea di fondare un Club Alpino anche a Torino.
Opuscolo in cui viene pubblicata la lunga lettera al Gastaldi, con un dettagliato resoconto dell’ascesa al Monviso.
Mostra “Quintino Sella alpinista e la battaglia del Cervino” – Palazzo Trentini, Trento, 2015, accanto al suo ritratto la fedele piccozza e sotto gli scarponi.
Stampa caricaturale che celebra la fondazione del CAi come la conquista di una vetta.
Ai piedi del Cervino, m. 4478 s.l.m.
La prima ascensione documentata su una montagna alpina avvenne per scopi religiosi, un ex voto di Rotario d’Asti.

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